Descrizione
Spizzica al “ Vecchio Lavatoio “
E’ un locale elegante e raffinato, che si presenta al cliente nelle sue molteplici sfaccettature di Ristorante, Pizzeria, Bar e Gelateria, ed è sito nei pressi della Fonte Aretusa, nel cuore d’Ortigia.Il dinamico Patron Michele Cristina è sempre attento a soddisfare ogni richiesta ed a presentare le pietanze, con il gusto e con la maestria d’affermato chef.Il locale, presenta un’ampia veranda, che si affaccia sul Porto Grande, capace di ospitare oltre 100 clienti ed un’accogliente sala, con circa 45 posti, ricavata dalla sapiente ristrutturazione di un vecchio lavatoio, risalente all’inizio del XIX secolo.Il servizio, reso da personale selezionato e qualificato, costituisce quanto di meglio il cliente, sia locale che turista, può trovare, per essere servito con professionalità.
La cucina, di tipo mediterranea e marinara, offre piatti e manicaretti gustosi ed appetitosi, oltre ad un ricco assortimento di pesce, aragoste e molluschi bivalve, pescati giornalmente nel nostro mare.Ampia la varietà di vini Siciliani e del buffet degli antipasti, a base di prodotti tipici.L’assortita vetrina dei gelati artigianali, dai gusti tradizionali e l’ampia gamma di granite, invita a fermarsi nella panoramica veranda, al riparo della calura estiva, per sorbire una dissetante granita o degustare una coppa di buon gelato.
La sera, l’amante della tradizionale e buona pizza, cotta in un forno a legna, ne può gustare delle eccellenti e sfiziose, condite con ingredienti naturali, freschi e gustosi.E per finire, un profumato caffè od un eccellente digestivo, scelto tra il vasto assortimento di cui è fornito l’angolo bar.
Fermarsi da Spizzica al Vecchio Lavatoio, significa aver scelto il locale che cercavate.Vi attendiamo.
Cenni storici sul Lavatoio
Nel 1700, la fonte Aretusa inizia ad attraversare un periodo di degrado: molti viaggiatori italiani e stranieri lamentano come fosse ridotta ad un lavatoio, popolato da donne vocianti, e che le acque, un tempo limpidissime, avessero perduto il loro splendore. Eppure essa continua ad esercitare un fascino particolare e c'è qualcuno che sostiene che porti fortuna, come appare chiaro dalla lettera, inviata nel giugno del 1798, al Senato siracusano dall'Ammiraglio Nelson, che con le acque di Aretusa, approvvigionò le sue navi, dirette in Egitto, per affrontare Napoleone e sul quale poi riportò una strepitosa vittoria.
Nei primi anni dell'Ottocento, come risulta da vari documenti conservati nell'Archivio di Stato, a seguito di molte lamentele da parte di abitanti del posto, che temono un eventuale crollo del costone roccioso, viene richiesto che si proceda a lavori di restauro, lavori che suscitano le lamentele delle lavandaie, che paventano il timore di perdere così il proprio lavoro.
In epoca successiva, le lavandaie vennero allontanate, e si diede alla celebre fonte Aretusa l’attuale forma di semicerchio, adornandola con rigogliose piante di papiro, popolandola di pesci e di uccelli acquatici, ed abbellendola, nella parte superiore, con pilastri intagliati a fregi e con ringhiere.
Dall’inizio del XIX secolo, l’acqua della fonte venne utilizzata per le concerie, i cui resti sono ancora visibili, in locali sotterranei, di alcune case dell’adiacente Lungomare Alfeo