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Prima dello chef, si è esibito l'architetto nel lungo restauro della "Villa Clementina", epoca e stile '700. Inganna il nome: "Taverna 18", altro che taverna. Ha le linee, i rossi che tagliano nero e pastello, le luci nei cristalli di certi night di Manhattan. All'ingresso ti aspettano tre schermi: come dire, vogliamo stupirvi. Si vedono a circuito chiuso in un grigio sfumato gli chef in cucina come nei reportage Cap Canaveral. Non siamo in Florida ma a Vico Equense. Vestito di nero con bordi beige seppia, eccolo: è Michele Deleo, il "cuoco delle stelle". C'era lui quando il "Covo dei Saraceni" di Positano è passato da tre a cinque lusso, c'era ancora lui quando il "Buco" di Peppe Aversa afferrò la prima stella Michelin. "Taverna 18" è una fiera permanente del design più elegante e avanzato, non c'è poltrona, lampadario, lavabo che non sia da osservare. Vestono di nero anche i camerieri, ma sono radiosi quando offrono granita di champagne con tartufo di mare, ravioli di melanzane e totani su letto di pomodori, ricciola con patate nel gusto fresco, ricorrente di capperi e limone. Suggestiva cantina in grotta di tufo. Conto sui 55 euro, vini esclusi.
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